Crisi umanitaria siriana: finanziamento europa Italia

Nel corso della conferenza “Supporting Syria and the Region” organizzata a Londra da Onu, Regno Unito, Germania, Kuwait e Norvegia si è deciso di stanziare oltre 3 miliardi di euro destinati ad assistere i civili siriani toccati da quella che la...

Nel corso della conferenza “Supporting Syria and the Region” organizzata a Londra da Onu, Regno Unito, Germania, Kuwait e Norvegia si è deciso di stanziare oltre 3 miliardi di euro destinati ad assistere i civili siriani toccati da quella che la stessa Unione Europea ha definito “la peggiore crisi umanitaria dopo la seconda guerra mondiale”. I fondi sono destinati non solo alla popolazione all’interno della Siria ma anche i rifugiati e i Paesi vicini che hanno deciso di accogliere milioni di sfollati. Tra questi in particolare: Libano, Giordania e Turchia. Diversi altri Stati membri hanno annunciato contributi, alcuni molto consistenti, più di quanto si possa trovare nei prestiti online Esperto Prestiti.

Parliamo della Germania che ha annunciato che destinerà 2,3 miliardi di euro fino al 2018 di cui 1,1 miliardi solo quest’anno. L’Italia, attraverso il Ministro della difesa Paolo Gentiloni, ha annunciato che metterà a disposizione 400 milioni di dollari in tre anni: 150 milioni, ha precisato il ministro degli Esteri, sono di dono, 200 milioni di “soft loans” e 50 milioni di cancellazione del debito. Poco meno di 150 milioni saranno erogati già nel 2016.

Se pensiamo che solo negli ultimi cinque anni la guerra in Siria ha portato oltre 250 mila vittime, perlopiù civili, e che 18 milioni di persone necessitano di assistenza, 13 milioni e mezzo solo all’interno della Siria. Oltre le vittime ci sono anche gli sfollati: 6,5 milioni dei quali ancora in Siria e altri 4,6 milioni sparsi tra Libano, Giordania e Turchia.

L’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini, afferma che: “Mentre forniamo aiuti umanitari e allo sviluppo e proponiamo sostegno economico e finanziario sotto varie forme a Giordania e Libano, continuiamo a lavorare per una transizione politica in Siria che possa porre fine alla guerra. Non sarà aperta per sempre. A questo proposito è cruciale che tutte le parti si impegnino costruttivamente in un dialogo che deve portare risultati concreti sul terreno”.

Aggiunge il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk : “Molti di loro hanno perso tutto e ora, dopo così tanti anni di conflitto, hanno perso la speranza. Noi abbiamo un dovere morale di riportare loro la speranza”.