“Lavoro occulto”: Deliveroo condannata a 375.000 euro di multa dalla giustizia francese

PARIGI (FRANCIA) – Il tribunale ha seguito in pieno le requisizioni dell’accusa che, durante il processo del mese scorso, aveva chiesto la sanzione massima di 375.000 euro di multa contro la piattaforma, oltre a una pena detentiva con sospensione...

"Lavoro occulto": Deliveroo condannata a 375.000 euro di multa dalla giustizia francese.

PARIGI (FRANCIA) – Il tribunale ha seguito in pieno le requisizioni dell’accusa che, durante il processo del mese scorso, aveva chiesto la sanzione massima di 375.000 euro di multa contro la piattaforma, oltre a una pena detentiva con sospensione della pena di un anno nei confronti di due ex dirigenti della compagnia francese. Un portavoce di Deliveroo ha affermato che la piattaforma stava “considerando” un appello.

Deliveroo è stato inoltre condannato al risarcimento di 50.000 euro a ciascuno dei cinque sindacati che avevano intentato causa civile per “danno morale”. Anche i due leader che hanno officiato tra il 2015 e il 2017 sono stati giudicati colpevoli di “lavoro occulto”.

Un terzo dirigente è stato ritenuto colpevole di complicità in lavoro occulto e ha ricevuto una pena detentiva di quattro mesi con sospensione della pena e una multa di 10.000 euro. Questa decisione del tribunale deve essere esposta, in particolare davanti ai locali di Deliveroo per un mese, ha affermato il tribunale.

Deliveroo è responsabile di “una strumentalizzazione e appropriazione indebita delle norme del lavoro”, con l’obiettivo di organizzare un “occultamento sistemico” di posti di lavoro per i fattorini che avrebbero dovuto essere dipendenti e non autonomi, aveva stimato durante il processo la pm Céline Ducournau il cui parere è stato confermato dal tribunale. La “frode” messa in atto aveva il solo scopo di impiegare “a buon mercato” i suoi liberatori, e non importa se alcuni sono “soddisfatti” di questo status o “si sentono liberi”, ha indicato la signora Ducournau.

Molto contestato, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l,o status di autonomia degli autisti Uber o dei corrieri Deliveroo è messo in discussione in molti paesi dai tribunali o, più raramente, da leggi che hanno spinto alcuni colossi del settore a proporre compromessi.