Il Futuro dell’Automobile si chiama Energia Circolare

Un’auto di proprietà giace per il 95% del suo tempo inutilizzata. Oltre il 60% dei materiali della global supply chain è impiegata nel settore mobilità. E’ quindi urgente discutere di economia circolare per rendere più sostenibile il settore...

Un’auto di proprietà giace per il 95% del suo tempo inutilizzata. Oltre il 60% dei materiali della global supply chain è impiegata nel settore mobilità. E’ quindi urgente discutere di economia circolare per rendere più sostenibile il settore trasporti. A Rovereto, al Forum Innovazione Mobilità Sostenibile 2017 – il 5 dicembre se ne parlerà per la prima volta in Italia. Ospite d’eccezione: Ellen MacArthur Foundation.

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Il mondo dell’automobile guarda sempre di più verso la sostenibilità. Se il 2017 è stato l’anno dell’auto elettrica, con paesi come Francia Germania e Cina che hanno dichiarato di voler mettere al bando entro i prossimi 20 anni le auto a diesel e benzina, e con l’arrivo sul mercato di decine di modelli a prezzi finalmente accessibili, il 2018 potrebbe essere l’anno dell’economia circolare. Quello dell’automotive è indubbiamente un mondo articolato. Considerando l’intero ciclo di vita di un veicolo dalla produzione, all’uso, fino allo smaltimento le quantità di energia e materia prima impiegata sono considerevoli e solo un’analisi attenta e complessa può portare al miglior risultato possibile in termini di sostenibilità.

Per questo il Forum Innovazione Mobilità Sostenibile, che si terrà il 5 dicembre a Polo Meccatronica, l’incubatore hi-tech di Trentino Sviluppo di Rovereto, affronterà, per la prima volta in Italia , il tema dell’economia circolare nel settore automotive, ovvero un modello industriale dove è possibile minimizzare gli scarti e gli sprechi di materia, valorizzando il valore d’uso e riducendo l’uso di materie prime, acqua ed energia per la costruzione di mezzi di trasporto.

Secondo l’ultimo report di Accenture sull’economia circolare e mobilità, “Redefining competitiveness through the circular economy”, ci sono opportunità concrete per i big dell’automobile. Si tratta di innovare i propri modelli di business e tagliare i costi su materiali e risorse, promuovendo la life-extension di tante componenti. Non solo: economia circolare significa anche minimizzare lo spreco di materia. Un’auto giace per circa il 95% del suo tempo vita inutilizzata. Un mezzo car sharing invece è attivo per oltre il 40% del suo tempo di vita.

«Il valore del settore è destinato a crescere fino a 400-600 miliardi di euro entro il 2030» spiega Paolo Pretti, direttore operativo di Trentino Sviluppo. «Per questo nei nostri due incubatori Polo Meccatronica e Progetto Manifattura stiamo investendo in questa direzione ed ospitando sempre più startup innovative che operano proprio nel settore. La direzione intrapresa è questa e siamo orgogliosi di avere anche un laboratorio di prototipazione avanzato, la ProM Facility, che rende accessibili anche alle aziende di dimensioni medio-piccole tecnologie innovative, conoscenze specialistiche e macchinari unici in Italia». In questa location “E-Agle Trento Racing Team” dell’Università degli Studi di Trento ha progettato e realizzato da zero una vera e propria monoposto a propulsione elettrica con la quale ha partecipato al campionato Formula SAE.

Sempre più aziende stanno investendo sulla trasformazione della linea di produzione, puntando al recupero degli scarti e alla rigenerazione ( remanufacturing) delle automobili a fine vita. Uno degli esempi studiati da Ellen MacArthur Foundation è quello del gruppo francese Renault, il primo ad aver realizzato una fabbrica di remanufacturing di automobili. «Nella factory, sita a Choisy-le-Roi, nella periferia di Parigi, 325 addetti lavorano per reingegnerizzare componenti usate che vengono venduti come pezzi di sostituzione al 50-70% del loro prezzo originale, con una garanzia di un anno, generando entrate per circa 250 milioni di euro l’anno», spiega Marco Moro, di Materia Rinnovabile, la prima rivista di economia circolare in Europa.

Ashima Sukhdev, della Ellen MacArthur foundation, sarà presente a Rovereto, per la prima volta in italia, a parlare dell’evoluzione del mercato dell’economia. Sarà disponibile per interviste con i giornalisti presenti all’evento

Anche FiatChrysler Automobiles (FCA) investe nella circular economy.  Il Gruppo, che interverrà al Forum con Francesco Bonino, FCA EMEA LCA & ELV Manager, contribuisce attivamente per la transizione verso una economia circolare, puntando su numerosi elementi. Come la scelta di materiali per alcuni veicoli bio-based, facilmente riciclabili, fibre naturali come il kenaf e la juta, o materia rinnovata come il nylon riciclato oppure la riduzione del consumo di acqua nella filiera (-27,5% dal 2010) e di scarti (-18,7%), con taglio delle emissioni di quasi un decimo. Il remanufacturing si concentra soprattutto per i ricambi, riducendone così i costi per i consumatori e il volume di scarti destinati alla discarica. Per toccare da vicino l’impegno del Gruppo bisogna visitare lo stabilimento di Cassino, in Italia, uno dei più avanzati al mondo, dove si producono l’Alfa Romeo Giulietta, Giulia e Stelvio. Lo stabilimento laziale di FCA è “zero waste” (obiettivo raggiunto dal 2000): neanche un grammo di scarti o rifiuti industriali viene inviato a discarica. Dato che il 100% dell’energia elettrica utilizzata dallo stabilimento proviene da fonti rinnovabili e il 100% delle emissioni legate all’uso di energia termica sono compensate, lo stabilimento di Cassino è anche “zero CO2 emission”. Tanta attenzione anche al recupero dell’acqua utilizzata nelle cabine di verniciatura per raccogliere le particelle di colore che non si depositano sulla carrozzeria. Questa viene raccolta, depurata e ricircolata nella medesima cabina. Ma ancora più innovative sono le tecnologie usate per la stesura della mano di fondo: per non impiegare nemmeno una goccia d’acqua sono state adottate delle cabine che impiegano una tecnologia rivoluzionaria “a secco”. Le particelle di vernice in eccesso sono raccolte da un flusso d’aria e assorbite da speciali filtri, che vengono poi avviati ad attività di recupero, rendendo anche la vernice “circolare”.