Minori migranti: Save the Children, in Grecia tre minori non accompagnati su quattro non hanno un posto sicuro dove stare

Con i rifugi pieni da settimane, i nuovi arrivati sono costretti a dormire all’aperto o vengono rinchiusi in centri di detenzione per lunghi periodi di tempo

Minori migranti: Save the Children, in Grecia tre minori non accompagnati su quattro non hanno un posto sicuro dove stare

I minori migranti soli e vulnerabili vengono lasciati senza riparo e al freddo in Grecia, perché l’offerta di alloggi sicuri e servizi adeguati è nettamente inferiore alla domanda. Questo l’allarme di Save the Children in occasione della visita di Papa Francesco oggi a Lesbo, insieme al Patriarca Ecumenico Bartholomeos I e l’Arcivescovo Ieronymo.

Sono circa 2000 i minori non accompagnati che hanno raggiunto l’Europa da soli o che hanno perso la loro famiglia lungo il tragitto e ora sono bloccati in Grecia in seguito alla recente chiusura delle frontiere, a fronte di soli 477 posti disponibili a ospitarli in tutto il Paese. I posti disponibili sono esauriti da settimane e non si sa dove collocare i nuovi arrivati che, spesso, vengono rinchiusi in centri di detenzione e commissariati di polizia per lunghi periodi di tempo.

Questi minori, spesso traumatizzati dal viaggio pericoloso che hanno affrontato per raggiungere l’Europa in cerca di sicurezza, senza la protezione di un famigliare, sono in condizioni di estrema vulnerabilità. Dormono all’aperto in luoghi di accoglienza non ufficiali e sempre più precari, vengono rinchiusi in centri di detenzione e sfuggono alle maglie del sistema. Sono esposti a numerosi rischi come quello di abuso, sfruttamento da parte dei trafficanti, rischiano di ammalarsi e sono molto fragili a livello psicologico”, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

L’esempio e il gesto di solidarietà del Papa e del Patriarca oggi a Lesbo dovrebbero essere emulati dai leader europei. Invece di ricorrere alle espulsioni e ai centri di detenzione, dovrebbero condividere la responsabilità di aiutare le famiglie e i bambini, in particolare quelli che viaggiano soli e che fuggono dalla violenza e dalla distruzione”, continua Neri.

A Lesbo, oltre 150 minori soli sono rinchiusi nel centro di detenzione o “hotspot” di Moria, che i leader religiosi visiteranno oggi. I bambini si stanno ammalando e riferiscono che i tafferugli e i furti all’interno della struttura sono all’ordine del giorno. Altri 57 minori sono detenuti in un’altra sezione della struttura di Moria gestita dalla polizia, perché il centro di prima accoglienza è pieno.

Il governo greco non ha le risorse per dare rifugio e protezione ai minori soli bloccati in Grecia e, di conseguenza, molti di loro sono sottoposti a detenzione per settimane in condizioni estremamente dure. I 57 bambini nella sezione gestita dalla polizia vivono in stanze sporche e non hanno letti a sufficienza. Non hanno accesso ai servizi legali o ad altri tipi di assistenza di base di cui avrebbero urgente bisogno e alcuni di loro non sono stati registrati. Save the Children è estremamente preoccupata per il loro benessere mentale e fisico”.

L’Unione Europea ha abbandonato i minori che viaggiano soli ed è venuta meno ai propri obblighi chiudendo immediatamente le frontiere e implementando l’accordo UE-Turchia, senza assicurarsi che venissero rispettate le salvaguardie legali. Al momento l’unica preoccupazione sembra essere quella di respingere le persone, comprese le più vulnerabili, il più velocemente possibile. Papa Francesco sta dicendo al mondo che c’è un modo più compassionevole di gestire la crisi dei rifugiati e Save the Children è al suo fianco”, conclude Neri.

Per Save the Children, la detenzione non avviene mai nel superiore interesse del minore e l’Organizzazione chiede alle autorità greche di porre fine alla detenzione di minori e all’Europa di fornire immediatamente supporto per incrementare il numero di strutture d’accoglienza sicure per i bambini che giungono soli in Grecia, in linea con gli standard europei e internazionali.

Anche al confine settentrionale della Grecia, i minori che viaggiano soli dormono in rifugi informali e continuano a essere esposti ad abusi, violenza e sfruttamento. La maggior parte di loro era in viaggio per raggiungere i loro famigliari in Europa quando, all’improvviso, si sono visti sbarrare i confini un mese fa, rimanendo intrappolati in strutture di transito insieme ad altre 12.500 persone. In tutto il Paese, i minori che viaggiavano soli si trovano in condizioni simili.

Molti di loro non vengono registrati al loro arrivo in Grecia e rimangono quindi completamente invisibili alle agenzie umanitarie e governative. Negli hotspot sulle isole, i minori soli vengono a volte identificati come maggiorenni o come accompagnati da altre persone e non ricevono quindi il sostegno a cui hanno diritto, rischiando la deportazione.

Save the Children, in collaborazione con PRAKSIS, gestisce un rifugio per i minori non accompagnati a Lesbo e ne aprirà presto un altro a Samos. I rifugi vengono gestiti in coordinamento con le autorità locali e forniscono una valida alternativa alla detenzione, garantendo aiuto e protezione appropriati ai minori non accompagnati.