La Corte di Cassazione ha deciso di accogliere il ricorso di una madre che chiedeva il ripristino del diritto al mantenimento per le sue figlie neomaggiorenni. La questione centrale era se il diritto al mantenimento dovesse essere riconosciuto anche nel caso in cui le figlie avessero dato solo un esame all’università e avessero cambiato facoltà. Il tribunale ha stabilito che, nonostante le ragazze avessero dato solo un esame e cambiato facoltà, il mantenimento poteva essere ancora giustificato.
Un aspetto cruciale della decisione della Corte di Cassazione è il riconoscimento della giovane età e del cambiamento di facoltà. I giudici hanno sottolineato che per un giovane studente universitario, in particolare se neomaggiorenne, il diritto al mantenimento è più facilmente giustificato. Questo è dovuto alla necessità di tempo per adattarsi ai cambiamenti e proseguire gli studi, senza che ciò possa essere visto come una mancanza di impegno.
Il principio di autoresponsabilità è particolarmente rigoroso per i figli adulti, che devono dimostrare con maggiore chiarezza la loro impossibilità di trovare un’occupazione e di mantenersi autonomamente. Per i figli maggiorenni che non sono più studenti, la prova del diritto al mantenimento diventa più complessa e deve includere la dimostrazione di un serio impegno nella ricerca di lavoro e nella preparazione professionale.
La Corte ha chiarito che l’onere della prova per il diritto al mantenimento ricade sul richiedente. In altre parole, chi richiede il mantenimento deve dimostrare che il figlio non ha raggiunto l’indipendenza economica non per negligenza, ma per reali difficoltà oggettive. Questo implica che il figlio deve aver fatto ogni possibile sforzo per proseguire gli studi e cercare un impiego.
La sentenza ha importanti implicazioni per i casi futuri riguardanti il mantenimento. Stabilisce chiaramente che i giovani studenti hanno diritto al mantenimento anche se hanno sostenuto solo pochi esami, a condizione che siano attivamente impegnati nel loro percorso formativo. Tuttavia, per i figli adulti, le aspettative sono più elevate e devono dimostrare con prove concrete la loro difficoltà a raggiungere un’indipendenza economica.
La decisione della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella definizione dei diritti al mantenimento per i figli universitari. Essa chiarisce che, per i giovani studenti, è essenziale considerare non solo il numero di esami sostenuti, ma anche la loro età e le circostanze particolari come il cambio di facoltà. Per i figli adulti, invece, la prova di necessità economica è più rigorosa e deve dimostrare un impegno reale verso l’indipendenza economica.
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