L’11 Marzo 2011, alle ore 6:46 italiane (le 14:46 in Giappone), un terremoto di magnitudo 9.1 colpì le coste di Honshū, l’isola più grande del Giappone, generando uno tsunami devastante.
Il terremoto del 2011 è uno dei cinque terremoti più forti avvenuti nel mondo dal 1900 e il più forte registrato in Giappone. Tuttavia, essendo la faglia responsabile dell’evento molto lontana dalla terraferma, i danni maggiori sono stati causati dallo tsunami che ha seguito il terremoto.
Le prime inondazioni si sono avute pochi minuti dopo le ore 14:46 locali. La regione più colpita è stata quella di Tōhoku, da cui poi ha preso il nome questo evento.
Lo tsunami ha causato gravi danni in Giappone e danni minori ma diffusi in altri Paesi dell’Oceano Pacifico.
Nelle prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima, le onde dello tsunami hanno raggiunto altezze maggiori di 10 metri e run-up fino a 38 m, penetrando in terra fino a 5 km nella piana di Sendai.
Lo tsunami è stato osservato in tutto l’Oceano Pacifico. Coquimbo in Cile, ad oltre 16000 km di distanza, è stata interessata da onde di oltre due metri; a Crescent City in California, a 7500 km di distanza, si sono registrati run-up di oltre due metri e mezzo. Anche in Russia, Sud America, Hawaii e Stati Uniti sono stati osservati run-up fino a 2 metri. Oggi gli scienziati temono per un forte terremoto come nel 2011.
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