Il numero di nati nell’Unione Europea è diminuito del 5,4% nel 2023, raggiungendo i 3,67 milioni, segnando il calo più significativo degli ultimi decenni. Secondo i dati ufficiali diffusi venerdì da Eurostat, l’agenzia statistica europea, questo abbassamento evidenzia chiaramente le crescenti problematiche demografiche del continente.
Il tasso di fertilità nell’Unione Europea, che rappresenta il numero medio di figli nati da una donna durante la sua vita, si è fermato a 1,38 nati per donna nel 2023, in calo rispetto al 1,46 registrato nel 2022. Questo dato è ben al di sotto del livello di sostituzione di 2,1, che è necessario per mantenere stabile la popolazione. La riduzione delle nascite è ormai una tendenza consolidata, che persiste da oltre cinquant’anni, e nonostante alcuni rari periodi di recupero, i numeri sono in costante discesa.
Secondo Eurostat, questo calo annuale di nascite è il più grande registrato dal 1961, anno in cui sono disponibili i primi dati aggregati su scala europea. Tale diminuzione sta accelerando il processo di invecchiamento della popolazione e sta portando a una crescente scarsità di forza lavoro in alcuni paesi. Questo fenomeno si verifica proprio mentre in diversi Stati membri dell’UE i partiti di destra radicale hanno spinto i governi a prendere misure sempre più severe contro l’immigrazione.
Nel 1964, l’Unione Europea registrò un record di 6,8 milioni di nati, quasi il doppio rispetto ai numeri del 2023. Questo forte calo demografico evidenzia una tendenza storica che non sembra arrestarsi, con le prospettive future che si fanno sempre più cupe. A livello europeo, le differenze tra i singoli paesi sono rilevanti. Ad esempio, la Bulgaria ha registrato il tasso di fertilità più alto nel 2023, con 1,81 nati per donna, seguita dalla Francia (1,66) e dall’Ungheria (1,55). Dall’altra parte, troviamo Malta, con un preoccupante 1,06 nati per donna, seguita dalla Spagna (1,12) e dalla Lituania (1,18). Questi dati rivelano non solo differenze culturali e politiche, ma anche vari fattori economici e sociali che influenzano la decisione delle famiglie di avere figli.
L’aumento dell’età media in cui le donne hanno il loro primo figlio continua a salire, attestandosi a 29,8 anni nel 2023, rispetto ai 28,8 anni del 2013. Questo dato suggerisce che molte donne stanno posticipando la maternità a causa di fattori economici, professionali e sociali, oltre a un accesso sempre più difficile alla casa e alla stabilità economica. La crescente difficoltà di conciliare lavoro e vita familiare è un aspetto centrale di questa tendenza, insieme alle politiche nazionali poco favorevoli a una maggiore sostegno alle famiglie.
Nonostante il numero di morti superi quello delle nascite, la popolazione totale dell’Unione Europea è comunque aumentata di 1,6 milioni di persone, raggiungendo i 449,2 milioni di abitanti nel 2023. Questo incremento è dovuto principalmente all’afflusso di migranti, che compensa il calo naturale della popolazione. Tuttavia, l’immigrazione non è una soluzione sostenibile a lungo termine per contrastare l’invecchiamento demografico, e i governi europei dovranno affrontare il problema in modo più strutturato.
In conclusione, la situazione demografica dell’Unione Europea continua a destare preoccupazioni. L’abbassamento del tasso di fertilità e l’invecchiamento della popolazione sono sfide che non possono essere ignorate, e i governi dovranno trovare soluzioni efficaci per garantire un futuro sostenibile e prospero per le prossime generazioni.
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