Secondo la Cassazione, è necessario considerare anche il periodo di convivenza pre-matrimoniale nell’assegno di divorzio. La Suprema Corte riconosce l’aumento della convivenza prematrimoniale nella società e dei legami di fatto come formazioni familiari. La sentenza si basa sul caso di una donna che richiedeva l’inclusione della convivenza pre-matrimoniale nell’assegno di divorzio, in quanto durante quel periodo era nato il loro figlio.
L’assegno di divorzio (o assegno divorzile) in Italia è un pagamento periodico che un ex coniuge può dover versare all’altro in caso di divorzio. Questo assegno viene stabilito dalla legge o può essere concordato tra le parti durante la procedura di divorzio. L’assegno di divorzio ha lo scopo di garantire una certa stabilità economica all’ex coniuge che potrebbe trovarsi in una situazione finanziaria svantaggiata dopo il divorzio, ad esempio se non ha un reddito proprio o se ha svolto principalmente un ruolo di cura per la famiglia. L’importo e la durata dell’assegno di divorzio dipendono da vari fattori, come il reddito e le capacità lavorative dei coniugi, la durata del matrimonio e la presenza di figli.
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