Il tè matcha, celebre per la sua popolarità in cucina e come guarnizione di piatti creativi, è ora al centro di una controversia. Il Ministero della Salute ha emesso una nota di richiamo il 05/04/2024, ma è stata pubblicata solo dopo 11 giorni. Secondo quanto riportato, alcuni campioni di tè matcha sono stati trovati ad avere livelli di alluminio superiori alle norme stabilite dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
L’alluminio, un metallo comune sulla terra, è stato individuato in concentrazioni eccessive in alcune varianti di tè matcha. Questo superamento dei livelli di alluminio può essere dannoso per la salute umana, in particolare per il sistema nervoso, la riproduzione e lo sviluppo osseo. L’esposizione all’alluminio avviene principalmente attraverso il consumo di cibo e bevande, ma anche tramite altre fonti come medicinali, cosmetici e giocattoli.
Il tè matcha è una varietà di tè verde non fermentato, le cui foglie vengono macinate in polvere e disciolte direttamente nell’acqua. In Italia, è ampiamente disponibile sul mercato, sia come pura polvere di tè che come ingrediente in prodotti come bevande fredde, succhi e prodotti da forno. Tuttavia, con il recente richiamo del tè matcha a causa dell’elevato contenuto di alluminio, i consumatori sono invitati ad essere cauti nell’acquisto e nel consumo di questi prodotti.
Di fronte a questo richiamo, è fondamentale che i consumatori prendano le dovute precauzioni. Si consiglia di evitare il consumo del tè matcha segnalato nel richiamo e di restituirlo al punto vendita dove è stato acquistato. Qui, i consumatori potranno essere rimborsati per il loro acquisto. In alternativa, è possibile contattare il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione della ASL locale per ulteriori indicazioni e assistenza.
La recente scoperta di elevati livelli di alluminio in alcune varianti di tè matcha evidenzia l’importanza della vigilanza e dell’informazione riguardo alla sicurezza alimentare. È essenziale che i produttori, i distributori e le autorità competenti lavorino insieme per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari sul mercato. I consumatori, dal canto loro, devono essere consapevoli dei rischi potenziali e agire di conseguenza per proteggere la propria salute e benessere.
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