Il Governo italiano verso il riordino delle accise sui carburanti: cosa cambia per gli automobilisti e l’economia del Paese
Il Consiglio dei Ministri di oggi esaminerà il decreto che prevede il riordino delle accise sui carburanti, una misura sollecitata dall’Unione Europea nell’ambito delle politiche fiscali per ridurre i cosiddetti “sussidi ambientalmente dannosi (Sad)”.
La modifica proposta si concentra sul disallineamento delle accise tra benzina e diesel, con l’obiettivo di allineare la tassazione su questi due carburanti attraverso un piano graduale di aumenti e riduzioni delle accise nei prossimi anni. La decisione ha suscitato dibattito e preoccupazioni, soprattutto tra i consumatori e gli automobilisti italiani, che potrebbero vedere un impatto diretto sui costi legati ai carburanti.
Attualmente, in Italia, le accise sulla benzina ammontano a 0,728 euro per ogni litro, mentre quelle sul diesel sono pari a 0,617 euro per litro. Il Codacons, associazione a tutela dei consumatori, ha analizzato l’effetto di un possibile riallineamento delle accise sui due carburanti, evidenziando come il governo intenda implementare un aumento graduale delle accise sul diesel e una riduzione progressiva su quelle applicate alla benzina.
Secondo la proposta, l’incremento delle accise sul gasolio sarebbe di circa 1-1,5 centesimi per anno per i prossimi cinque anni, mentre per la benzina ci sarebbe una riduzione equivalente.
Il governo ha già chiarito che l’aumento delle accise sul diesel non riguarderà il settore dell’autotrasporto, settore fondamentale per l’economia italiana, che potrebbe essere esentato da questa misura per non gravare sulle imprese e sul trasporto merci. Nonostante ciò, l’impatto complessivo di questa misura sui consumatori resta elevato, con effetti diretti su milioni di automobilisti italiani.
Secondo i dati forniti dal Codacons, l’Italia conta circa 40,5 milioni di veicoli circolanti, con una distribuzione tra benzina e diesel abbastanza equilibrata: il 42% delle auto è alimentato a benzina, mentre il 40,9% è a diesel.
Questo significa che circa 17 milioni di auto a benzina e oltre 16,6 milioni di auto diesel sono attualmente in circolazione nel nostro Paese, e ogni modifica delle accise potrebbe comportare un esborso maggiore o un risparmio per milioni di automobilisti.
Se l’aumento delle accise fosse di 1 centesimo per litro di gasolio, gli automobilisti con veicoli diesel si troverebbero a dover sostenere una spesa aggiuntiva di 0,61 euro su un pieno da 50 litri, tenendo conto dell’Iva applicata sulle accise. Se si considera una media di due pieni al mese, la spesa aggiuntiva annuale per ciascun automobilista sarebbe di circa 14,64 euro, con un impatto complessivo di 243 milioni di euro all’anno per tutte le auto diesel in circolazione in Italia. Nei prossimi cinque anni, questo aumenterebbe a 1,21 miliardi di euro.
Nel contempo, la riduzione di 1 centesimo per litro di benzina comporterebbe un risparmio di 249,7 milioni di euro annui per gli automobilisti con veicoli a benzina, equivalente a un risparmio di 1,25 miliardi di euro nel corso di cinque anni.
Se l’aumento delle accise fosse di 1,5 centesimi, gli automobilisti con auto diesel pagherebbero 0,915 euro in più per ogni pieno da 50 litri, pari a un aumento di 21,96 euro all’anno, per un costo complessivo di 364,5 milioni di euro annui sulle famiglie italiane con veicoli diesel. In cinque anni, l’impatto economico totale sarebbe di 1,82 miliardi di euro.
Contemporaneamente, la riduzione delle accise sulla benzina di 1,5 centesimi genererebbe un risparmio di 374,5 milioni di euro annui per i possessori di auto a benzina, che si tradurrebbero in un risparmio complessivo di 1,87 miliardi di euro nei successivi cinque anni.
La questione delle accise sui carburanti non si limita a una semplice operazione di riallineamento fiscale, ma rientra in un dibattito più ampio riguardante l’alto livello di tassazione che grava su benzina e diesel in Italia. Secondo l’Assoutenti, infatti, la tassazione complessiva sui carburanti in Italia è tra le più alte in Europa, con una percentuale che supera il 58,5% per la benzina e il 54,3% per il gasolio.
Questo significa che oltre 1 euro su ogni litro di benzina e 0,92 euro su ogni litro di diesel vanno direttamente allo Stato sotto forma di Iva e accise. Nel 2023, su una spesa totale di 70,9 miliardi di euro per i carburanti, ben 38,1 miliardi sono stati destinati alle casse dello Stato come entrate fiscali.
Inoltre, i listini alla pompa in Italia sono tra i più alti d’Europa: secondo un report del Crc e di Assoutenti, la tassazione sui carburanti in Italia è superiore del 12,5% rispetto alla media europea, con il rischio che i consumatori italiani finiscano per pagare prezzi elevati anche a causa delle politiche fiscali europee divergenti.
L’Assoutenti ha inoltre sollevato la necessità di un cambiamento a livello comunitario, proponendo l’introduzione di un sistema unico di tassazione sui carburanti in tutta l’Unione Europea. Questo permetterebbe di uniformare i costi e garantire che i carburanti in Italia non diventino ancora più costosi rispetto ad altri Paesi dell’UE, dove le accise sono più basse e il prezzo alla pompa risulta più conveniente per famiglie, imprese e industrie.
In definitiva, mentre il riordino delle accise sui carburanti potrebbe sembrare un passo necessario in linea con le direttive europee, esso rischia di comportare oneri aggiuntivi per una larga parte della popolazione italiana. La questione resta al centro di un dibattito che coinvolge non solo i consumatori, ma anche le politiche fiscali future in ambito europeo.
Perché la Cassazione riduce il risarcimento per i parenti di una vittima di incidente? Qual…
La Corte d'Appello di Torino ha sancito l'ammissibilità dell'azione collettiva promossa da Codacons, Adusbef e…
La Cina blocca OnlyFans: Un'azione contro la "decadenza morale occidentale" Perché la Cina ha deciso…
Questa mattina, un episodio drammatico ha scosso la città di Brindisi: una sostanza bituminosa, probabilmente…
Le autorità francesi hanno avviato un'indagine penale di natura politica nei confronti di X, la…
La Corte Costituzionale ha stabilito che l'articolo che limita il congedo di paternità obbligatorio al…
This website uses cookies.