Roma – Una donna di 47 anni, di origine ecuadoriana, è deceduta in seguito a un intervento di liposuzione eseguito in uno studio privato situato nel quartiere Torrevecchia, alla periferia di Roma. L’operazione, avvenuta in una struttura priva di autorizzazioni, ha avuto conseguenze drammatiche: la paziente ha accusato un grave malore ed è stata trasportata d’urgenza al Policlinico Umberto I tramite un’ambulanza privata.
Le autorità hanno immediatamente avviato le indagini e posto sotto sequestro la struttura. Il medico responsabile, che già vantava precedenti per lesioni, è ora coinvolto nell’inchiesta insieme ad altri professionisti sanitari. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, mettendo sotto inchiesta tre persone: il medico, un anestesista e un infermiere.
L’accaduto riaccende il dibattito sulla sicurezza degli interventi estetici, soprattutto quando eseguiti in ambienti non regolamentati. Negli ultimi anni, i casi di chirurgia estetica eseguita in studi non conformi alle normative sono aumentati, sollevando interrogativi sulla necessità di controlli più severi e campagne di sensibilizzazione per la tutela dei pazienti.
Mentre le indagini proseguono, la comunità si interroga su come evitare tragedie simili in futuro, garantendo procedure mediche sicure e rispettose delle normative vigenti.
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