Manipolazione delle sedi del Mondiale? Un nuovo scandalo scuote il calcio spagnolo: un audio rivela la caotica riunione per la selezione delle città ospitanti
Un altro scandalo ha travolto il calcio spagnolo, questa volta coinvolgendo l’organizzazione del Mundial 2030. La Spagna, insieme a Marocco e Portogallo, condivide la responsabilità di ospitare una parte del torneo, ma la gestione della selezione delle città che accoglieranno gli incontri è finita sotto i riflettori per presunti episodi di manipolazione e irregolarità. Un audio trapelato domenica scorsa ha messo in luce il caos che ha caratterizzato la riunione di valutazione delle 11 città scelte, alimentando polemiche e richieste di chiarimenti.
L’incidente è stato rivelato dal quotidiano spagnolo El Mundo, che ha diffuso un audio della riunione avvenuta il 25 giugno 2024, presso la Ciudad de Fútbol di Las Rozas, Madrid. Durante l’incontro, i membri della commissione dovevano valutare le proposte delle città che desideravano ospitare le partite del Mundial 2030. Tuttavia, l’audio ha svelato un processo di selezione tutt’altro che trasparente.
Nel file audio si sente chiaramente la presidente del Comitato Organizzatore del Mondiale 2030, María Tato, che, in modo concitato, commenta l’inizio della valutazione: “Andiamo, mettiamo i valori nell’Excel e vediamo cosa ci viene fuori. Questa è la prima prova delle 800 che faremo finché non ci torni il risultato.” La conversazione sembra suggerire che la commissione non avesse una chiara metodologia di valutazione e che fosse possibile manipolare i punteggi a proprio piacimento.
Questa riunione ha portato alla stesura di una prima classifica, che includeva nella lista delle città scelte Vigo, con un punteggio di 10,20, ma poco dopo la situazione ha preso una piega inaspettata. Solo due giorni dopo, senza nuove riunioni del comitato, la classifica è stata modificata: la città gallega è stata esclusa in favore di San Sebastián, che ha visto il suo punteggio salire a 10,6026. La decisione ha sollevato sospetti riguardo a possibili irregolarità nel processo di selezione.
L’esclusione di Vigo ha suscitato una forte reazione, in particolare da parte del sindaco di Vigo, Abel Caballero, che ha espresso indignazione per quanto accaduto. Caballero ha definito la vicenda come “di una gravità estrema” e ha accusato la Real Federación Española de Fútbol (RFEF) di aver condotto la selezione con un approccio oscuro e inaccettabile. L’amministrazione di Vigo aveva presentato un progetto che inizialmente sembrava essere stato accolto positivamente, tanto da essere inserito nella prima lista delle città scelte. Tuttavia, la sua esclusione avvenuta a distanza di soli due giorni ha scatenato le proteste.
“Vigo è stata rimossa dalla lista senza giustificazioni chiare”, ha dichiarato Caballero, chiedendo che vengano resi pubblici i dettagli della valutazione e spiegando le motivazioni del cambiamento nei punteggi. Il sindaco ha anche evidenziato che, con l’esclusione dalla lista, le città non scelte non potranno più accedere ai fondi pubblici per le ristrutturazioni degli stadi, né mantenere il prestigioso titolo di città sede del Mondiale 2030.
Il scandalo ha portato alla dimissione di María Tato, che ha rassegnato il suo incarico come presidente del Comitato Organizzatore del Mondiale 2030. Tato ha spiegato, in un’intervista a un programma radiofonico sportivo, che la sua decisione di lasciare il suo posto era legata alla difficoltà di gestire la situazione e alla pressione mediatica. “Non sono più in grado di stare sotto questo riflettore, e ho deciso di fare un passo indietro”, ha dichiarato.
La sua uscita ha rappresentato un primo segnale che la situazione all’interno della RFEF è critica, alimentando ulteriori dubbi sulla gestione dell’intera procedura di selezione. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di scandali che hanno coinvolto la Federazione spagnola negli ultimi anni, tra cui Luis Rubiales (precedente presidente della RFEF) e Miguel Ángel Villar (ex presidente), entrambi al centro di indagini giudiziarie.
La vicenda delle sedi del Mondiale 2030 rappresenta solo l’ultimo capitolo di un lungo elenco di polemiche che segnano il mondo del calcio spagnolo, mettendo in discussione la trasparenza e l’integrità dell’organizzazione. La RFEF è chiamata ora a rispondere alle critiche e a garantire che simili episodi non si ripetano, per preservare la credibilità di un evento sportivo di portata mondiale come il Mondiale di calcio 2030.
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