Mosca – Il Ministero della Difesa russo ha accusato le autorità ucraine di impiegare la popolazione civile come scudo umano nelle aree urbane coinvolte nel conflitto. Secondo quanto riportato da fonti ufficiali russe, Kiev continuerebbe a organizzare eventi con la presenza di personale militare all’interno di centri urbani densamente popolati, esponendo così i residenti a gravi rischi durante le operazioni belliche.
“La parte ucraina continua a usare la popolazione come scudo umano, pianificando attività militari in aree civili ad alta densità abitativa,” ha dichiarato il portavoce del ministero. Le accuse arrivano in un momento particolarmente delicato, mentre la comunità internazionale esprime preoccupazione crescente per l’evoluzione del conflitto e l’impatto devastante sulla popolazione non coinvolta direttamente nei combattimenti.
Le dichiarazioni di Mosca si inseriscono in un contesto di forti tensioni diplomatiche e mediatiche, in risposta alle recenti critiche rivolte alla Russia per l’attacco missilistico sulla città ucraina di Sumy, che ha causato numerose vittime e sollevato condanne da parte di governi e organizzazioni umanitarie.
In riferimento all’attacco a Sumy, avvenuto nella giornata di ieri, il Ministero della Difesa russo ha sostenuto che l’operazione militare aveva come obiettivo una riunione di ufficiali ucraini situata nel centro urbano della città. “Le forze armate russe hanno colpito un punto di comando temporaneo dove era in corso un incontro tra ufficiali dell’esercito ucraino,” ha dichiarato il portavoce, aggiungendo che nell’azione sarebbero stati uccisi circa 60 militari.
Questa versione contrasta con quanto riportato da fonti ucraine e da numerosi osservatori internazionali, che parlano di numerose vittime civili tra cui donne e bambini. Le autorità di Kiev non hanno confermato la presenza di personale militare nel sito colpito, ribadendo invece l’intenzione di denunciare l’attacco come un crimine di guerra davanti alle istanze internazionali competenti.
La città di Sumy, situata nell’Ucraina nord-orientale, è da tempo una delle zone più esposte alle ostilità del conflitto in corso. Gli ultimi sviluppi rischiano di aggravare ulteriormente la situazione sul campo, alimentando nuove accuse reciproche tra Mosca e Kiev sull’uso dei civili in scenari di guerra e sulle presunte violazioni del diritto umanitario internazionale.
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