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Colera multiresistente in Europa dopo uso di acqua santa dall’Etiopia

Epidemia silenziosa: il colera multiresistente viaggia attraverso l’acqua santa etiopica

Un’indagine pubblicata sulla rivista scientifica Eurosurveillance ha rivelato un allarmante fenomeno sanitario che coinvolge Europa e Africa orientale. Almeno sette persone in Germania e nel Regno Unito hanno contratto un ceppo di colera multiresistente agli antibiotici dopo essere entrate in contatto con acqua santa proveniente dall’Etiopia, tradizionalmente considerata fonte di guarigione spirituale e fisica.

Lo studio, condotto da un team internazionale di ricercatori, mette in evidenza come l’acqua prelevata da fonti sacre etiopi, in particolare quella della sorgente di Bermel Giorgi (o ‘Georgis’), situata nel distretto di Quara nella provincia di Koutara, sia potenzialmente contaminata dal batterio Vibrio cholerae O1, noto per la sua pericolosità e resistenza ai trattamenti farmacologici più comuni. Questo luogo, noto centro di pellegrinaggio, attira fedeli da tutto il mondo, inclusa l’Italia, desiderosi di trarre beneficio da rituali come la purificazione e l’ingestione dell’acqua santa ‘tsebel’.

Secondo i ricercatori, dei sette casi registrati, tre pazienti si erano recati direttamente in Etiopia, mentre altri quattro avevano ricevuto acqua santa importata nei rispettivi Paesi di residenza. In Germania, il 25 febbraio scorso, tre uomini di origine etiope sono stati ricoverati per grave gastroenterite: due avevano portato con sé bottiglie d’acqua dalla sorgente di Bermel Giorgi, mentre il terzo sarebbe stato infettato dopo essere stato asperso sul volto con quella stessa acqua durante un rituale. Uno dei tre è stato ricoverato in terapia intensiva, ma tutti sono guariti grazie al trattamento antibiotico.

Nel Regno Unito, invece, sono stati diagnosticati quattro casi di colera: due pazienti avevano viaggiato recentemente in Etiopia, mentre gli altri due avrebbero ricevuto acqua santa al loro ritorno. Anche in questo caso, tre persone sono state ospedalizzate – una delle quali in terapia intensiva – mentre la quarta ha superato l’infezione senza necessità di cure specifiche.

Le analisi genetiche effettuate sui campioni di feci dei pazienti hanno confermato che si tratta del ceppo Vibrio cholerae O1, lo stesso che dal 2022 è responsabile di un’ampia epidemia di colera in Etiopia, dove – fino al 9 febbraio – sono stati registrati oltre 58.000 casi e almeno 726 decessi.

Le autorità etiopi hanno più volte tentato, senza successo, di scoraggiare la pratica di bere o utilizzare l’acqua santa a scopo curativo, evidenziando come proprio tale abitudine possa favorire la diffusione del colera, in particolare in aree rurali prive di adeguati sistemi di igiene e depurazione.

Rischi per i viaggiatori e raccomandazioni sanitarie

Il caso solleva forti preoccupazioni anche per quanto riguarda la salute pubblica internazionale. Le autorità sanitarie europee invitano alla massima allerta i cittadini italiani e gli altri viaggiatori diretti in Etiopia, in particolare verso i siti di pellegrinaggio religiosi, dove rituali come il bagno nelle acque sacre e l’assunzione dell’acqua santa sono ancora largamente praticati.

Sebbene l’acqua santa etiopica non venga venduta commercialmente, è comune che i fedeli la portino con sé nei propri Paesi di origine o residenza, esponendo familiari e amici al rischio di infezione. La maggior parte dei casi di colera in Europa resta legata a viaggi o a consumi di alimenti e acqua importati privatamente da regioni colpite. In passato, episodi simili si sono verificati nel 2022, a seguito del consumo di cibo importato dal Camerun, e nel 2001, in Germania, dove un paziente fu contagiato dopo aver mangiato pesce proveniente dalla Nigeria.

Il colera è una malattia infettiva acuta che può risultare letale se non trattata rapidamente. I sintomi principali comprendono diarrea profusa, disidratazione e crampi addominali. Il trattamento prevede la reidratazione immediata e, nei casi più gravi, l’utilizzo di antibiotici specifici. Tuttavia, la comparsa di ceppi resistenti agli antibiotici rappresenta una sfida crescente per la medicina moderna.

Mohana Deva

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