La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un padre violento, affermando che il suo comportamento di colpire e offendere sistematicamente il figlio di fronte ai compagni costituisce un grave reato di maltrattamenti in famiglia.
Secondo la Corte, l’uso continuo della violenza, anche se motivato da intenzioni correttive, non può essere considerato come un abuso dei metodi di correzione, ma rappresenta un grave reato di maltrattamenti.
Le azioni del padre, che includevano umiliazioni verbali e fisiche, non avevano alcuna finalità educativa e causavano sofferenza mentale al figlio.