Dazi USA: l’impatto sui prezzi delle auto nuove in Italia nel 2025 secondo Federcarrozzieri
I dazi introdotti dagli Stati Uniti nei confronti di Canada e Messico, entrati ufficialmente in vigore, potrebbero avere effetti devastanti sull’intero settore automobilistico, con ripercussioni dirette sui prezzi delle auto nuove e sulla componentistica venduti anche in Italia. A lanciare l’allarme è Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, che ha analizzato gli effetti economici di queste nuove imposte. In particolare, gli esperti prevedono un aumento significativo dei listini, con un impatto mediamente pari a 3.000 euro in più per auto a partire dal 2025.
L’effetto domino delle tariffe sui principali marchi automobilistici
I dazi statunitensi colpiranno duramente i produttori di automobili che hanno stabilimenti in Canada e Messico. Volkswagen, Audi, Bmw, Stellantis, Honda, Hyundai, Kia, Mazda, Toyota e Nissan sono tra i principali marchi che potrebbero risentire di questa nuova politica protezionistica. Il Messico, in particolare, è il principale centro di produzione per molte case automobilistiche, con una produzione annuale di circa 3,5 milioni di veicoli. Tra i più colpiti, ci sono Volkswagen (che esporta dal Messico il 44% delle proprie auto destinate agli Stati Uniti), Stellantis (40%), Nissan (31%), e Mazda (23%).
Secondo le stime degli analisti, i produttori automobilistici potrebbero registrare una riduzione dei profitti compresa tra il 5% e il 15%. Questo impatto economico negativo non si limiterà però alle sole case automobilistiche, ma si estenderà a tutta la filiera produttiva, inclusa la componentistica, che rappresenta un elemento cruciale nella realizzazione delle autovetture.
La filiera della componentistica sotto pressione
Anche le aziende produttrici di componenti automobilistici saranno fortemente colpite. I dazi riguarderanno una vasta gamma di parti fondamentali per la produzione di veicoli, come airbag e cinture di sicurezza (prodotti da Autoliv), pneumatici (come quelli di Michelin e Pirelli), sedili (forniti da Yanfeng), freni (di Brembo) e componenti per motori elettrici (prodotti da Eurogroup Laminations). La conseguenza più immediata di questa situazione sarà un inevitabile aumento dei prezzi delle auto nuove e dei ricambi, un peso che finirà per ricadere sulle tasche dei consumatori.
Federcarrozzieri ha elaborato delle proiezioni per capire come i dazi impatteranno sui prezzi dei veicoli più venduti in Italia. Se si ipotizza un aumento medio del 10% sui listini, le modifiche potrebbero essere significative. Ecco un esempio di alcune delle variazioni previste per i modelli più comuni:
- Fiat Panda (ibrida): +1.595 euro
- Jeep Avenger (benzina): +2.475 euro
- Citroen C3 (benzina): +1.524 euro
- Toyota Yaris Cross (ibrida): +2.865 euro
- Peugeot 208 (ibrida): +2.422 euro
- Toyota Yaris (ibrida): +2.455 euro
- Lancia Ypsilon (ibrida): +2.390 euro
- Volkswagen T-Roc (benzina): +3.035 euro
Secondo il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli, il mercato delle auto in Italia ha già registrato un aumento significativo dei prezzi nel 2024, con il costo medio di un’autovettura che ha raggiunto i 30.096 euro, un incremento del 43% rispetto al periodo pre-Covid. Il rischio, però, è che nel 2025 i prezzi possano subire una nuova impennata, con un aumento compreso tra i 2.500 e i 3.000 euro a causa delle nuove politiche commerciali protezionistiche degli Stati Uniti, che avranno effetti su tutta la filiera globale dell’automotive, non solo su Messico, Canada o Cina.
In sintesi, se da un lato le tariffe rischiano di proteggere l’industria automobilistica statunitense, dall’altro lato i consumatori e le aziende in Italia potrebbero dover affrontare un ulteriore aumento dei costi legati all’acquisto di auto nuove e ricambi.