Risarcimento Danno Psicologico: Zuppa con Insetti e Fobia

Un caso di risarcimento per danno psicologico causato dall'ingestione di una zuppa contaminata con insetti, con il riconoscimento della fobia come danno risarcibile.

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Risarcimento del Danno da Choc: Insetti in Zuppa e Fobia, Un Caso di Giustizia

Il risarcimento del danno da choc psicologico è un tema sempre più discusso, soprattutto quando un incidente può avere ripercussioni non solo fisiche, ma anche psicologiche. Un recente caso, esaminato dalla Corte di Cassazione, ha posto l’accento sulla possibilità di ottenere un risarcimento per il danno subito da un uomo che ha mangiato una zuppa contenente insetti, provocandogli una reazione fisica e psicologica.

La vicenda, risalente al maggio 2016, ha trovato una nuova luce grazie all’ordinanza 31730, pubblicata l’11 dicembre 2024, che ha aperto la strada al riconoscimento di danni non solo fisici, ma anche legati alla paura patologica.

Il Caso del Risarcimento del Danno da Choc per una Zuppa con Insetti

Nel caso in questione, un uomo aveva acquistato una zuppa mal conservata in un supermercato e, una volta consumato il prodotto, si era sentito male. Oltre ai dolori gastrici, che lo avevano costretto a recarsi al Pronto Soccorso, l’incidente aveva generato una reazione psicologica marcata: la presenza di insetti nel cibo aveva scatenato una forte paura, aggravando una condizione preesistente di fobia.

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Questo evento ha portato il soggetto a richiedere un risarcimento per il danno subito, che non riguardava solo le conseguenze fisiche, ma anche la componente psicologica, più difficile da quantificare.

In particolare, il danno da fobia è stato al centro della discussione legale. Il risarcimento è stato riconosciuto anche in presenza di una patologia psicologica preesistente, già marcata dalla paura. La Corte ha accettato la tesi che un evento traumatico, come quello vissuto dal ricorrente, può effettivamente amplificare una condizione patologica già esistente, giustificando il danno subito.

Questo principio ha sollevato importanti riflessioni sulla responsabilità di chi, mal conservando un prodotto alimentare, può causare danni tanto fisici quanto psicologici.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Implicazioni Legali

L’ordinanza n. 31730, emessa dalla terza sezione civile della Corte di Cassazione, ha accolto il ricorso dell’uomo, affermando che la sentenza di merito, che aveva escluso il risarcimento del danno psicologico, non fosse giuridicamente corretta. I giudici hanno ribadito che, qualora un tribunale decida di non seguire le conclusioni di un consulente tecnico d’ufficio (CTU), deve fornire motivazioni dettagliate e specifiche.

In questo caso, la Corte ha ritenuto che l’assenza di una motivazione adeguata rendesse invalida la sentenza iniziale, confermando la presenza di un nesso di causalità tra l’incidente e il danno psicologico subito dal ricorrente.

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Inoltre, i giudici hanno preso atto della sintomatologia fobica riportata dal CTU, che aveva riconosciuto un danno biologico del 9%. Nonostante il consulente psicologico avesse confermato l’assenza di patologie preesistenti, il giudice ha ritenuto che il fatto in sé (l’ingestione di cibo contaminato) fosse sufficiente a giustificare il danno psicologico e, di conseguenza, il risarcimento.

Questo caso ha quindi dimostrato che anche i danni psicologici derivanti da eventi traumatici, come quelli causati da un’errata conservazione del cibo, possono essere risarciti, qualora si provi un adeguato nesso di causalità.

Un Passo Avanti per il Risarcimento dei Danni Psicologici

L’ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento dei danni psicologici in ambito legale. In casi come quello esaminato, dove un trauma fisico si traduce in conseguenze psicologiche, il risarcimento non deve limitarsi solo alle lesioni corporee.

La giurisprudenza ha così affermato che la paura patologica, anche se preesistente, può essere accresciuta da un fatto ingiusto, come nel caso della zuppa contaminata con insetti. Questo caso costituisce un precedente importante per la tutela delle persone che subiscono danni psicologici in seguito a incidenti, con l’obiettivo di garantire un ristoro completo e giusto.