White Economy: dati macroeconomici eurozona influenzano l’industria italiana

Una proiezione di Avvenia, uno dei maggiori player italiani nell’ambito dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, su dati di gennaio 2017 ha messo in luce che il repentino aumento dell’inflazione dell’Eurozona,...

Una proiezione di Avvenia, uno dei maggiori player italiani nell’ambito dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, su dati di gennaio 2017 ha messo in luce che il repentino aumento dell’inflazione dell’Eurozona, cresciuto dell’1,8% è dovuto precipuamente ad un +9% fatto segnare dai prezzi dei servizi e prodotti legati al mondo delle commodity, ovvero all’energia.

A partire da questa osservazione Giorgio Mottironi, Chief Strategic Officer di Avvenia, ha promosso per conto dell’azienda una ricerca intitolata “Il peso dell’Energia sull’Inflazione“, che evidenzia come il dato generale va nella direzione degli obiettivi programmati per l’area Euro, mentre l’inflazione di base, calcolata escludendo proprio la voce “energia” e quella dei beni “alimentari”, rimane intorno all’1%.

«Il passaggio dell’inflazione al +1,8% segna un forte incremento, ma lineare con quanto già accaduto il mese precedente. Tra novembre e dicembre 2016 si era infatti già registrato un forte balzo in avanti con un passaggio dal +0,6% al +1,2%» aggiunge Giorgio Mottironi.

Al di là delle considerazioni sulla politica economica generale, una cosa su tutte deve essere messa in luce: gli effetti sulla competitività a breve e lungo termine delle aziende, in particolare quelle italiane: «per chi non avesse programmato degli acquisti di energia con i propri fornitori con una parte o l’interno prezzo tutelato da un “fisso” il +9% fatto segnare dalle commodity significa un aumento dei costi produttivi» dicono gli analisti di Avvenia.

L’aumento del costo dell’energia rende quindi meno conveniente la produzione del bene. Anche se le aziende che hanno già avviato un percorso di efficientamento energetico potranno comunque limitare gli effetti negativi a quella quota di energia incrementale che potrebbero richiedere al fornitore in caso di necessari aumenti della produzione.

Secondo Avvenia, quindi, l’efficienza energetica e la sua capacità di individuare quanto necessario per minimizzare gli effetti di fattori di mercato non controllabili ed a volte non prevedibili dalle aziende sarà quindi ancor più importante.

«Ma se in alcuni Stati dell’Unione Europea l’aumento del costo della componente energetica si accompagna ad una già solida e comparabile inflazione di base, e quindi le aziende potrebbero recuperare le perdita con la crescita del prezzo di vendita del bene/servizio sul mercato, in Italia la situazione è decisamente più preoccupante: nel nostro Paese la crescita dei costi di produzione non è assorbibile dal mercato, che cresce ad una velocità decisamente inferiore» conclude il Chief Strategic Officer di Avvenia.