Le mestruazioni, un evento fisiologico che coinvolge il corpo femminile mensilmente, possono spesso comportare disagio. Ma per alcune donne, gli effetti possono essere devastanti. Si stima che tra il 5% e l’8% delle donne soffra di disturbi premestruali moderati o gravi, che hanno un impatto significativo sulla loro qualità di vita, sulla salute mentale e sul funzionamento quotidiano. Questi disturbi, noti come PMD (disturbi premestruali), influenzano milioni di donne in tutto il mondo, eppure le loro conseguenze a lungo termine sono ancora poco conosciute.
Lo studio svedese: PMD e rischio di suicidio
Un recente studio osservazionale nazionale condotto in Svezia ha gettato luce su questa problematica, rivelando un legame preoccupante tra i PMD e il rischio di suicidio. Le donne affette da PMD hanno infatti più del doppio delle probabilità di morire per suicidio rispetto a quelle che non presentano tali disturbi. Questo dato sottolinea l’urgente necessità di comprendere meglio i PMD e di fornire un supporto adeguato alle persone che ne soffrono.
Secondo il team di ricercatori guidato dall’epidemiologa della salute mentale femminile Marion Opatowski del Karolinska Institute svedese, i risultati dello studio suggeriscono che, sebbene le donne con PMD non abbiano un rischio più elevato di morte prematura in generale, è essenziale prestare particolare attenzione alle giovani donne e alla prevenzione del suicidio in questo gruppo.
Ciclo mestruale e disturbi premestruali: un panorama generale
In media, una donna avrà circa 480 cicli mestruali durante la sua vita, con un ciclo che di solito dura dai 23 ai 38 giorni. Il periodo premestruale, che precede le mestruazioni, dura circa una settimana e rappresenta circa un quarto del ciclo complessivo. Durante questo periodo, le donne possono sperimentare una serie di sintomi premestruali, tra cui depressione, ansia, irritabilità e sbalzi d’umore, in particolare se soffrono di disturbi più gravi come il disturbo disforico premestruale (PMDD).
Lo studio svedese: analisi dei dati e risultati
Per comprendere meglio il legame tra PMD e mortalità, i ricercatori hanno condotto uno studio di coorte utilizzando registri della popolazione svedese. Hanno esaminato i tassi di mortalità e le cause di morte tra 67.748 donne con diagnosi di PMD e un gruppo di controllo di 406.488 donne senza PMD, seguite dal 2001 al 2018.
I risultati hanno rivelato che, sebbene le donne con PMD non abbiano un rischio complessivamente più elevato di mortalità, presentano un rischio significativamente aumentato di morire per cause non naturali, in particolare per suicidio. L’incidenza del suicidio è risultata essere più del doppio tra le donne con PMD rispetto a quelle senza.
Possibili spiegazioni e implicazioni
La ricerca precedente ha evidenziato una forte comorbidità tra i PMD e i disturbi psichiatrici, che sono associati a tassi di mortalità più elevati. Tuttavia, anche dopo aver tenuto conto di questa relazione, il rischio di suicidio rimane elevato per le donne con PMD.
Nonostante lo studio non abbia fornito una spiegazione definitiva del perché esista questo collegamento, è importante notare che le donne con PMD sembrano avere un minor rischio di morte per cause cardiovascolari. Questo potrebbe essere attribuito a un maggiore coinvolgimento con gli operatori sanitari o all’uso di farmaci come gli antidepressivi, che possono offrire una certa protezione.
In conclusione, mentre la ricerca continua a indagare sulle cause e sulle possibili strategie di prevenzione, è fondamentale riconoscere l’importanza di fornire un sostegno adeguato alle donne che soffrono di PMD e di promuovere una maggiore consapevolezza su questa problematica.
Lo studio è stato pubblicato su JAMA Network Open (Mortality Risk Among Women With Premenstrual Disorders in Sweden) e rappresenta un importante contributo alla comprensione dei PMD e dei loro potenziali impatti sulla salute mentale e il benessere delle donne.