Cosa Rivelano i File Declassificati sull’omicidio di John F. Kennedy

Cosa rivelano gli archivi desecretati sull'assassinio di JFK? Come si collega Oswald alla CIA? Cosa scopriremo sui misteri ancora irrisolti del caso?

Nel contesto di un processo di trasparenza storica, gli Stati Uniti hanno recentemente rilasciato oltre 1.100 documenti governativi desecretati riguardanti l’assassinio del 35° presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas.

La decisione di rendere pubblici questi archivi è stata presa a seguito di un ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump, che aveva già avviato il processo di declassificazione dei documenti relativi a eventi di grande rilevanza storica, come l’assassinio di Kennedy, di suo fratello Robert Kennedy e del leader dei diritti civili Martin Luther King Jr.

I documenti pubblicati offrono nuovi spunti sulla figura di Lee Harvey Oswald, accusato di essere l’autore del delitto, ma anche su molti altri aspetti legati al contesto politico e internazionale dell’epoca. La maggior parte di questi documenti sono fotocopie di archivi originali, alcuni dei quali sono difficili da leggere a causa dell’invecchiamento del materiale.

Tuttavia, gli storici e gli studiosi sperano che questi nuovi materiali possano contribuire a risolvere alcuni dei misteri ancora irrisolti, considerando che, a oltre 60 anni di distanza dall’evento, le teorie del complotto continuano ad aleggiare sull’omicidio di Kennedy.

Archivi Relativi a Lee Harvey Oswald

Nel pacchetto di documenti desecretati spiccano i fascicoli relativi a Lee Harvey Oswald, l’ex marinaio degli Stati Uniti che, due giorni dopo l’assassinio di Kennedy, fu ucciso a sua volta mentre si trovava sotto custodia della polizia. Nel 1964, una commissione presieduta dal giudice Earl Warren stabilì che Oswald fosse l’autore dell’omicidio, agendo da solo. Tuttavia, molti aspetti della sua figura e dei suoi movimenti prima del crimine continuano a suscitare interrogativi.

I nuovi documenti rivelano che la CIA teneva sotto sorveglianza Oswald, che nel 1959 aveva disertato negli Unione Sovietica, per poi rientrare negli Stati Uniti nel 1962 con una moglie russa. Secondo una lettera del 1982, Oswald tentò di ottenere un visto per tornare in URSS recandosi all’ambasciata sovietica di Città del Messico nel settembre-ottobre del 1963.

La CIA, tuttavia, minimizzò il collegamento tra Oswald e i funzionari sovietici, definendo l’incontro con il diplomatico Valeri Kóstikov come una “coincidenza sfortunata”. Kóstikov, in seguito, fu considerato uno degli agenti più pericolosi dei servizi segreti sovietici in America Latina.

Un altro documento suggerisce che Oswald avesse anche contattato l’ambasciata sovietica di Washington per esprimere disappunto riguardo ai tempi dei procedimenti burocratici relativi al suo soggiorno in Unione Sovietica. Inoltre, alcuni rapporti della CIA indicano che Oswald tentò di formare un piccolo gruppo pro-castrista con l’intenzione di appoggiare la Cuba di Fidel Castro contro gli Stati Uniti. La CIA, infatti, ha rilevato che Oswald cercò di arruolare persone disposte a intraprendere azioni concrete in favore di Cuba, accusando Washington di corruzione nelle sue politiche verso l’isola caraibica.

La CIA e la Guerra Fredda

Un aspetto interessante dei documenti desecretati riguarda il funzionamento della comunità di intelligence degli Stati Uniti negli anni ’60. Vengono descritti dettagli su operazioni segrete condotte dalla CIA, comprese le basi di spionaggio dislocate in vari paesi.

Tra i documenti, uno in particolare del marzo 1964 fa luce su un articolo apparso su un giornale italiano che suggeriva che la CIA fosse coinvolta direttamente nell’omicidio di Kennedy, un’ipotesi che ha alimentato numerose teorie del complotto.

Altri documenti trattano il caso di un agente cubano, noto come AMFUANA-1, che fu inviato a Cuba nel 1961 prima di mettere in piedi una rete di informatori, che successivamente fornì oltre 50 rapporti alla CIA. Un manuale desecretato della CIA del 1974 descrive anche il sistema ‘201’, un metodo utilizzato per tracciare e archiviare informazioni su individui sospetti o di interesse per la sicurezza nazionale. Questo sistema fu fondamentale per monitorare Oswald e altre persone legate a potenziali minacce.

Un altro aspetto rivelato è la politica statunitense nei confronti di Cuba durante la Guerra Fredda. Documenti risalenti al 1963 descrivono gli sforzi degli Stati Uniti per contrastare l’influenza di Castro in America Latina, dove il leader cubano supportava i movimenti comunisti in vari paesi.

Secondo alcuni rapporti, l’amministrazione di Kennedy non considerava Fidel Castro abbastanza pericoloso da innescare una guerra diretta, ma temeva che potesse intensificare il suo supporto a movimenti rivoluzionari nell’emisfero occidentale.

I documenti rivelano anche l’esistenza di un progetto segreto noto come Operazione Mangosta, che mirava a sabotare il regime cubano attraverso operazioni clandestine. Questo programma fu autorizzato dal presidente Kennedy nel 1961 e segna una delle tante azioni aggressive degli Stati Uniti nei confronti di Cuba durante quel periodo.

La decisione di pubblicare questi archivi risale a un ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump nel gennaio 2021, con l’intento di completare il processo di declassificazione previsto dalla Legge di Recopilazione dei Documenti sull’Assassinio di Kennedy.

Questa legge, approvata nel 1992, stabiliva un termine massimo per la pubblicazione dei documenti nel 2017, ma diverse amministrazioni hanno posticipato la pubblicazione completa dei file, citando motivi di sicurezza nazionale.

Con l’accesso a questi archivi, molti esperti si augurano che si possa finalmente fare chiarezza su uno degli eventi più controversi della storia degli Stati Uniti, sebbene, a distanza di oltre sei decenni, il mistero che circonda l’omicidio di John F. Kennedy possa non essere mai completamente risolto.

  • La pubblicazione dei documenti avviene dopo che l’attuale presidente, Donald Trump, ha firmato alla fine di gennaio un ordine esecutivo per declassificare gli archivi sugli omicidi avvenuti negli anni ’60 di John F. Kennedy, di suo fratello Robert Kennedy e del leader dei diritti civili Martin Luther King Jr., sottolineando che “è di interesse nazionale rendere pubblici tutti i registri relativi a questi omicidi, senza indugi”.
  • Durante il suo primo mandato, il leader repubblicano aveva preso in considerazione la declassificazione dei documenti sulla morte di JFK in accordo con la Legge di Raccolta dei Registri sull’Assassinio di Kennedy, che nel 1992 stabiliva una scadenza fino al 2017 per rendere pubblici i file rimanenti. Di fronte all’obiezione dell’allora direttore della CIA e successivo segretario di Stato, Mike Pompeo, Trump pubblicò una parte dei documenti e rinviò la pubblicazione del resto fino a ottobre 2021. Il suo successore, Joe Biden, ha anch’esso posticipato la declassificazione.