Autista di Autobus ricorre in Corte Suprema per Infarto da Stress

La Corte Suprema accoglie il ricorso di un autista di autobus che ha subito un infarto da stress, riconoscendo risarcimenti per danni alla salute e danno morale. L'azienda di trasporti pubblici è ritenuta responsabile per carichi eccessivi e orari impossibili.



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La Corte Suprema ha accettato il ricorso di un autista di autobus che ha subito un infarto da stress, riconoscendo non solo il risarcimento per danni alla salute, ma anche per il danno morale.

Dopo aver subito tre interventi chirurgici al cuore, l’ex dipendente non è più in grado di svolgere qualsiasi attività lavorativa e ha provato sofferenze e turbamenti. La Corte ha respinto il ricorso dell’azienda di trasporti pubblici e ha sostenuto che il datore di lavoro è responsabile per i carichi eccessivi e gli orari impossibili che hanno causato l’infarto, secondo l’articolo 2087 del Codice Civile.

Il risarcimento danni di quasi 149 mila euro non è sufficiente, in quanto bisogna sottrarre l’importo indennizzabile dall’INAIL. La Corte ha sottolineato che il giudice deve considerare tutte le conseguenze negative derivanti dall’evento dannoso, compresi il dolore, la paura e la perdita di autostima. Le tre operazioni al cuore hanno impedito al lavoratore di realizzarsi professionalmente e umanamente.

La Corte di Cassazione ha anche sottolineato l’importanza della “polifunzionalità” del lavoro, che è tutelata dalla Costituzione non solo sotto il profilo contrattuale e della salute, ma anche in termini di dignità personale e partecipazione alla vita sociale ed economica del Paese. L’illecito del datore di lavoro ha compromesso valori costituzionali che devono essere considerati nel risarcimento.

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