Genitori contro TikTok: Cause legali dopo morti di adolescenti

I genitori di adolescenti morti durante le sfide virali di TikTok intentano cause legali contro la piattaforma per responsabilità e contenuti pericolosi.

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I genitori contro TikTok: nuove cause legali dopo le tragiche morti di adolescenti

I genitori di quattro adolescenti britannici hanno intentato una causa legale contro TikTok, accusando la piattaforma di essere responsabile delle morti dei loro figli, avvenute nel 2022. Secondo le accuse, le vittime – Isaac Kennevan, Archie Battersby, Julian “Jules” Sweeney e Maya Walsh – sarebbero morte mentre partecipavano alla pericolosa “blackout challenge“, una sfida virale che incita gli utenti a trattenere il respiro il più a lungo possibile, con rischi estremi per la salute.

La causa legale è stata presentata dalla madre di Archie, Holly Dance, dalla madre di Isaac, Lisa Kenevan, dalla madre di Jules, Ellen Room, e dal padre di Maya, Liam Walsh. I genitori affermano che le morti dei loro figli sono state il “risultato prevedibile” delle decisioni di programmazione e delle scelte commerciali di ByteDance, la società madre di TikTok, che avrebbe creato contenuti e sfide pericolose per massimizzare la permanenza degli utenti sulla piattaforma. Secondo le loro affermazioni, TikTok avrebbe alimentato una dipendenza dannosa nei bambini, inondandoli con un flusso infinito di contenuti rischiosi e dannosi.

La battaglia legale contro TikTok: accuse e risposte della piattaforma

Il caso, che coinvolge le famiglie britanniche, ha visto il coinvolgimento del Social Media Victims Law Center negli Stati Uniti, che ha presentato una causa per omicidio colposo contro TikTok e ByteDance. La piattaforma, da parte sua, ha replicato dichiarando di avere politiche severe contro contenuti dannosi, promuovendo al contempo il Centro Sicurezza per indirizzare gli utenti verso informazioni per proteggersi. TikTok ha anche evidenziato come gli utenti che cercano hashtag o video legati a sfide pericolose vengano reindirizzati a risorse educative sulla sicurezza.

Gli accusatori, tuttavia, sostengono che le morti dei bambini erano il risultato di una progettazione mirata della piattaforma, che avrebbe sfruttato la psicologia degli utenti per aumentare il tempo trascorso sull’app. “Non era ciò che i bambini cercavano o volevano vedere quando hanno iniziato a usare TikTok”, dichiarano i genitori, sottolineando come la piattaforma abbia alimentato la curiosità per sfide sempre più pericolose.

Il caso Jules e le leggi sulla protezione dei minori sui social media

Ellen Room, la madre di Jules, ha avviato una campagna per ottenere leggi che permettano ai genitori di accedere agli account social dei propri figli in caso di morte. La proposta, conosciuta come “legge Jules”, è stata discussa in Parlamento il 13 gennaio 2025, per garantire che i genitori possano investigare sulle attività online dei propri figli dopo tragedie simili. Ellen ha spiegato come la sua percezione di TikTok fosse legata a “sfide sciocche”, come il ballo o giochi innocui, e ha dichiarato che non immaginava che il contenuto della piattaforma potesse nascondere rischi tanto gravi. “Contiene materiale dannoso e penso che i genitori debbano esserne consapevoli”, ha detto la madre, esortando a una maggiore sensibilizzazione sulle pericolosità dei social media.

Nel frattempo, in Francia, un altro gruppo di genitori ha intentato causa contro TikTok, accusando la piattaforma di aver esposto i loro figli a contenuti dannosi, che secondo quanto riportato hanno spinto due adolescenti al suicidio. Il caso francese ha evidenziato come l’algoritmo di TikTok, che suggerisce contenuti basati sugli interessi degli utenti, possa finire per raccomandare video che promuovono comportamenti autolesionistici, disturbi alimentari e il suicidio, con effetti devastanti sui giovani.

Le autorità europee, infatti, stanno mettendo sotto stretta sorveglianza TikTok per contenuti inappropriati e fuorvianti, un tema che interessa anche altre piattaforme social come Facebook e Instagram di Meta, accusate anch’esse di danneggiare la salute mentale dei giovani utenti. La CEO di TikTok, Suu Kyi Chu, in una recente testimonianza al Congresso degli Stati Uniti, ha garantito che la piattaforma sta prendendo sul serio la questione della salute mentale e investendo in misure per proteggere i minori da contenuti dannosi.

TikTok continua a essere al centro di numerosi procedimenti legali, con le autorità di tutto il mondo che chiedono maggiore responsabilità alle piattaforme social per evitare che la loro influenza sui giovani porti a tragiche conseguenze. La causa legale in Francia e quella negli Stati Uniti sono solo alcuni degli esempi di come le problematiche legate alla sicurezza online stiano emergendo sempre più come una questione di importanza globale.