Neuroscienze e Intelligenza Artificiale possono allungare la carriera dei Calciatori

È stata la telenovela calcistica dell’estate: il sei volte Pallone d’oro Lionel Messi che annuncia via fax di voler chiudere il suo sodalizio ventennale con il Barcellona, salvo poi tornare sui suoi passi a causa dall’esorbitante clausola rescissoria...

Neuroscienze e Intelligenza Artificiale possono allungare la carriera dei Calciatori

È stata la telenovela calcistica dell’estate: il sei volte Pallone d’oro Lionel Messi che annuncia via fax di voler chiudere il suo sodalizio ventennale con il Barcellona, salvo poi tornare sui suoi passi a causa dall’esorbitante clausola rescissoria da 700 milioni di euro. “Amo Barcellona e non troverò un posto migliore di qui altrove. Ma ho ancora il diritto di decidere. Volevo andare in cerca di nuovi obiettivi e nuove sfide”, ha poi spiegato nell’attesissima intervista rilasciata in esclusiva a Goal. Un’urgenza, quella di vincere ancora, che si fa ancora pressante ora che la Pulce ha 33 anni, vede il suo valore di mercato scendere a “soli” 112 milioni di euro e si avvicina all’epilogo della sua straordinaria carriera.

La Juventus nel frattempo è nel pieno di una trattativa serrata per aggiudicarsi il trentaquattrenne Edin Dzeko, mentre Luis Suarez (anche lui classe 1987, come Messi) si appresta a concludere l’iter per il passaporto italiano. Dopo un Campionato duramente compromesso dal lockdown, e con la prospettiva di iniziare il prossimo a porte chiuse con il vuoto di incassi che ne consegue, c’è anche chi guarda con interesse alle offerte a parametro zero. La Fiorentina si è già aggiudicata il trentunenne Giacomo Bonaventura e il trentacinquenne Borja Valero, mentre risultano ancora svincolati nomi come Giampaolo Pazzini (classe 1984) e José Callejon (classe 1983).

L’interrogativo è d’obbligo: quanto è lunga la carriera che questi atleti hanno ancora davanti a sé? Poter contare su un Messi o su un Dzeko ai suoi massimi livelli per un anno in più del previsto, nella prospettiva di un Club, può fare la differenza in termini di risultati – e quindi di indotto economico. Un tema che quest’anno si presenta in tutta la sua rilevanza. A seguito della pandemia, il sito Transfermarkt ha svalutato quasi tutti i valori di mercato del suo database. Non si salvano nemmeno i campionati più “preziosi”, come Premier League (-1,8 miliardi di euro, pari al 18,9% del totale), la Liga (-1,17 miliardi, -18,7%) e la Serie A, che vede andare in fumo oltre un miliardo (-18,75%). La più colpita è la Juventus, Campione d’Italia in carica, con meno 140,8 milioni di euro (che corrispondono al 18,6% del suo valore di mercato). A seguire, Inter (-132 milioni) e Napoli (-120 milioni).

“In questo contesto di contrazione generalizzata, mantenere elevate le performance degli atleti anche mentre la loro età anagrafica avanza ha un controvalore economico che si misura in milioni di euro. Per non parlare di tutte quelle squadre che, tanto più dopo il coronavirus, non si possono permettere ingaggi a sette zeri e devono far sì che la loro rosa scenda in campo al massimo del suo potenziale. Meglio ancora se ciò permette di piazzare qualche atleta alla successiva finestra di calciomercato e incassare una ghiotta plusvalenza”, spiega il Professor Aiace Rusciano, docente di neuroscienze del Centro Universitario Internazionale, psicologo e responsabile del Lab di monitoraggio psicofisiologico da più di dieci anni in staff di Serie A, già all’AC Milan Lab 2.0 e all’AC ChievoVerona.

“Esistono tecnologie capaci di allungare la carriera dei calciatori, ma molti Club (soprattutto in Italia) non le conoscono”, prosegue Rusciano. A lui si deve la metodica Rusciano-Neuroplus®, il primo metodo neuroscientifico non invasivo e non farmacologico per migliorare la prevenzione degli infortuni muscolari e prestazioni mentali attraverso le risorse cerebrali, per calcio e altri sport come golf, scherma, motoGP, basket, atletica e boxe, ma anche per i manager e il settore militare.

I risultati sono tangibili. In Serie A, attraverso l’applicazione del metodo Neuroplus e di Lab basati sull’Intelligenza Artificiale, si può ridurre di oltre il 13% l’incidenza degli infortuni muscolari garantendosi in media 30 giorni in più di disponibilità dei calciatori agli allenamenti. In termini di velocità decisionale input-output, i calciatori “neuropotenziati” hanno un vantaggio di 550 msec rispetto agli altri, cosa che incrementa l’accuracy dei passaggi in campo, la precisione di assist e tiri in porta, i riflessi fino a una soglia di 140 msec (la media di reazione è 250-300 msec).

Già negli anni 70 il colonnello Lobanovsky, allenatore dell’Unione Sovietica e della Dinamo di Kiev, fu il primo ad adottare tale approccio nella preparazione dei match. Oggi svariati Club calcistici europei e scuderie di Formula 1 ricorrono a piattaforme di Intelligenza Artificiale e neurotecnologie per monitorare il valore economico dei calciatori, i processi e gli asset aziendali. I modelli data-driven integrano tra di loro dati eterogenei (prestazioni sul campo, condizioni fisiche, elementi personologici) e ne ricavano indicazioni per tutelare la salute dell’atleta e far crescere il business della società.

Queste tecnologie quindi già esistono, poggiano su solide basi scientifiche e sono già state applicate ai massimi livelli in Europa. Lo stesso Barça per esempio ha sviluppato un algoritmo di prevenzione degli infortuni insieme all’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr (Cnr-Isti) di Pisa. Monitorando tramite GPS i giocatori in allenamento, il sistema di machine learning ha estratto una serie di parametri per poi associarli al rischio di infortunio. Il risultato è un tool che avvisa in anticipo i preparatori atletici quando stanno per verificarsi situazioni potenzialmente pericolose, con una precisione superiore al 50%, lontana anni luce dal 5% delle tecniche tradizionali. Non è finita qui, perché il sistema suggerisce anche ai preparatori atletici le modifiche da apportare al programma di training.

Il Liverpool quest’estate ha siglato una partnership con la società Acronis, volta a ottimizzare la gestione dei dati; 60 milioni quelli che vengono generati, in media, durante i 90 minuti di una partita. Il Leatherhead Football Club, formazione impegnata nel 7° livello del campionato inglese, alla quinta giornata del campionato 2018/2019 era fermo a un deludente ventesimo posto, ma ha stupito tutti chiudendo la stagione in ottava posizione. Un assist decisivo è stato fornito da Watson, il “cervellone” di Intelligenza Artificiale di IBM, che ha fornito analisi pre e post partita di avversari, allenatore e giocatori. Visto che la piattaforma comprende il linguaggio naturale scritto e parlato, atleti e staff potevano interrogarla direttamente senza doversi cimentare con alcun linguaggio di programmazione.

“Come esperti, dobbiamo sensibilizzare i Club (anche in Italia) a una rivoluzione tecnologica. L’Intelligenza Artificiale, i Lab e l’approccio data-driven possono migliorare sensibilmente le prestazioni dei giocatori, la prevenzione degli infortuni, il neuropotenziamento cognitivo, la fun experience e la salute economica dei Club”, conclude Rusciano.