Lucia Simeone arrestata per corruzione e riciclaggio: l’inchiesta coinvolge Fulvio Martusciello

Perché è stata arrestata Lucia Simeone? Qual è il legame con Martusciello e il caso Huawei? Quali sono le accuse di corruzione e riciclaggio?

Lucia Simeone arrestata per corruzione e riciclaggio: l’inchiesta coinvolge Fulvio Martusciello

Lucia Simeone, storica collaboratrice di Fulvio Martusciello, eurodeputato di Forza Italia, è stata arrestata a Caserta su richiesta delle autorità giuridiche belghe. Le accuse a suo carico includono associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione. La donna è stata trasferita nel carcere di Secondigliano, a Napoli, in attesa di ulteriori sviluppi.

L’arresto di Lucia Simeone e il caso Huawei

L’arresto di Lucia Simeone è legato a un’inchiesta che coinvolge anche Fulvio Martusciello, che negli ultimi giorni è stato al centro dell’attenzione per il cosiddetto caso Huawei. Questa vicenda ha scosso Bruxelles, con l’arresto di quattro lobbisti legati al colosso cinese delle telecomunicazioni. I lobbisti sono accusati di aver corrotto numerosi eurodeputati per promuovere gli interessi cinesi in Europa. Nonostante nessun parlamentare sia stato formalmente indagato fino a oggi, le perquisizioni effettuate negli uffici di Forza Italia hanno portato al sequestro temporaneo di due uffici, inclusi quelli di Simeone.

Indagini su irregolarità nelle spese dei deputati europei

Nel frattempo, i media belgi hanno rivelato che anche l’ex eurodeputato di Azione Giuseppe Ferrandino e Martusciello sono finiti sotto indagine dalla Procura europea (EPPO) per presunte irregolarità nelle note spese. Le indagini suggeriscono che entrambi i parlamentari abbiano gonfiato i rimborsi, con lo scambio di firme per attestare la partecipazione ai lavori parlamentari, quando in realtà solo uno dei due era presente. L’inchiesta è ancora in corso, ma EPPO ha escluso l’emissione di mandati d’arresto.

Inoltre, i deputati europei hanno diritto a una diaria di 350 euro per ogni giorno di attività, oltre a un rimborso per le spese di viaggio e un’indennità per le spese d’ufficio. Le irregolarità nel numero di firme rispetto ai deputati effettivamente presenti hanno suscitato i sospetti, sollevando l’attenzione inizialmente tra i vertici dell’Europarlamento, poi tra le autorità legali. La Procura belga sta continuando a indagare su circa 8 o 10 deputati europei, mentre l’inchiesta sul caso Huawei e sui rimborsi spese continua a svilupparsi.