Scoperto un Tumore Mai Rilevato Prima: Aumentano i Casi di Neoplasie Rare a Padova
PADOVA – Un nuovo tumore neuroendocrino al fegato, mai documentato prima in letteratura medica, è stato diagnosticato a un uomo di 40 anni presso la Clinica Medica 3 dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. Il caso, emerso nel corso di indagini diagnostiche di routine, accende i riflettori su un preoccupante aumento di tumori rari e difficili da classificare, secondo quanto affermano i medici e i dirigenti sanitari dell’istituto padovano.
Tumori Rari e Diagnosi Sempre Più Complesse
L’insorgenza di questo inedito tumore epatico evidenzia l’importanza della medicina di precisione e dell’impiego dell’intelligenza artificiale nella diagnosi e nel trattamento delle neoplasie più complesse. Secondo quanto dichiarato dal professor Roberto Vettor, direttore della Clinica Medica 3 e del Dipartimento di Medicina dei Sistemi, la struttura di Padova si distingue come polo avanzato per l’applicazione di queste tecnologie innovative. “Siamo di fronte a un tipo di diagnostica che richiede esperienza e capacità particolari”, ha affermato Vettor, sottolineando la centralità di un approccio personalizzato alla cura.
Il tumore è stato individuato in maniera casuale durante accertamenti clinici non specificamente orientati verso patologie oncologiche. Proprio questa circostanza ha messo in evidenza la difficoltà nel diagnosticare i tumori neuroendocrini, che spesso si manifestano in modo silente o con sintomi aspecifici. Secondo Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, i casi simili sono in aumento e la necessità di potenziare la ricerca scientifica in questo ambito diventa sempre più urgente.
Incidenza in Crescita e Trattamenti Personalizzati
I tumori neuroendocrini rappresentano attualmente tra il 20% e il 25% di tutte le neoplasie, con una incidenza stimata in circa 6 casi ogni 100.000 abitanti all’anno. Secondo il dottor Eugenio De Carlo, responsabile dell’ambulatorio di Oncologia Endocrina, la globalità di questi tumori non può più essere considerata una patologia rara, anche se ogni singola forma rimane di per sé estremamente rara. “Siamo arrivati a un’incidenza di 6,8 casi ogni 100.000 abitanti”, ha spiegato il medico.
La complessità di queste patologie rende necessario un approccio terapeutico personalizzato. Le opzioni includono l’impiego di radiofarmaci selettivi e lo studio del DNA tumorale per identificare le caratteristiche genetiche alla base della malattia. “L’obiettivo è individuare il profilo molecolare del tumore per guidare le scelte terapeutiche in modo mirato”, ha aggiunto De Carlo.
L’evidenza di nuovi casi e la scoperta di neoplasie mai descritte prima confermano la necessità di rafforzare il monitoraggio epidemiologico e l’investimento in ricerca oncologica, per affrontare un panorama clinico in continua evoluzione.